MAFFEO VERONA ( Verona 1567-Venezia 1619)
Il beato Lorenzo Giustiniani fra i patriarchi della Chiesa Latina
Olio su tela, inv. 714
I tredici personaggi rappresentati occupano assiepati uno spazio introdotto dalla base lapidea che contiene l’iscrizione, e contraddistinto da una nube appena accennata in primo piano. Fa da sfondo uno squarcio di cielo percorso da nubi sui cui si stagliano otto croci uguali. Non si tratta propriamente della croce patriarcale, una variante della croce cristiana caratterizzata da una piccola barra trasversale sopra quella principale, bensì dalla ferula comune, un bastone patriarcale per i cattolici e ortodossi di rito armeno, utilizzato anche dagli ortodossi di rito bizantino. Due personaggi si distinguono per avere in capo la mitria bianca a forma di cono dotata di infule, di uso comune da parte dei vescovi di rito latino in Occidente, di forma pentagonale essa è formata da due pezzi di stoffa rigida uniti parzialmente nella parte laterale, in modo tale che le due punte superiori siano libere e che nella parte inferiore possa essere indossata. Altri si distinguono per la mitria di rito orientale che ha la forma di corona ed è priva di infule; solo quella del primo personaggio di sinistra è dotata di croce. In secondo piano altri ecclesiastici portano il galero nero, il cappello ecclesiastico che è qui privo di nappe, pertanto non riguarda la dignità patriarcale; due altri personaggi appena profilati nell’ultimo piano non hanno segni di distinzione.
Fra i cinque patriarchi disposti a semicerchio in primo piano si distingue per i tratti fisionomici, la lunga cotta dei canonici lateranensi e il camauro, Lorenzo Giustiniani il primo a portare il titolo di patriarca di Venezia. Fu papa Nicolò V a decretare nel 1451 il trasferimento della dignità patriarcale da Grado a Venezia e designare il Giustiniani che nel 1433 era stato nominato vescovo di Castello da Eugenio IV, al secolo Gabriele Condulmer.
Il dipinto è attribuito a Maffeo Verona allievo di Alvise Benfatto detto dal Friso (Verona 1544 circa- Venezia 1609) del quale divenne genero. Pertanto egli porta avanti fedelmente, la linea di matrice veronesiana in termini ormai epigonici.
Si tratta inoltre di un lavoro della maturità da assegnare circa al 1610 per confronto con il Martirio di sant’Orsola del 1612, eseguito da Maffeo per la chiesa di Santa Maria Annunciata di Serina in Val Brembana.