DOMENICO TINTORETTO (Venezia 1560-1635)
Ritratto di Gentiluomo (Giovanni battista Zen?)
Olio su tela, inv. 518
Ritratto di Gentildonna ( Cattaruzza Priuli?)
Olio su tela, inv. 517
I personaggi sono colti a tre quarti di figura entro una stanza con finestra aperta su di un paese. Stanno presso un tavolo, coperto da un pesante tessuto con bordura impunturata, sul quale posano una mano. In entrambi i dipinti l’interno è qualificato da un tendaggio del medesimo tessuto della copertura del tavolo, drappeggiato in modo da chiudere su tre lati la scena e da conferire alla rappresentazione una sorta di valenza teatrale. Copertura del tavolo e tendaggio sono in rosso nel ritratto del gentiluomo, nel pendant invece in verde in modo tale da stabilire un contrappunto. Nel Ritratto di Gentildonna, il palazzo che si scorge sullo sfondo del paese potrebbe essere identificato con la villa di via Foresto Vecchio ad Asolo, fatta costruire all’inizio del Cinquecento da Pietro Zen, cugino di Caterina Cornaro. È avvalorata in questo modo l’ipotesi che i due coniugi rappresentati siano Giovanni Battista Zen e la coniuge Cattaruzza Priuli.
La datazione proposta per i ritratti è tra la fine del Cinquecento e gli inizi del secolo seguente, motivata anche dalla pettinatura dei capelli biondi come d’obbligo per le nobili, in cui le tradizionali corna (acconciatura cinquecentesca) erano riunite in un unico ciuffo. A questo periodo fa riferimento anche l’abito con l’alto collare di trina montante a ventaglio e la rete di velo ricamata del bavero che copre il seno, o il taglio della veste di pesante stoffa damascata.
Dal punto di vista pittorico i dipinti sono caratterizzati da una pittura di tocco o sfrangiata, soprattutto nella rappresentazione dei due paesi. Caratteristica tipica della produzione di Domenico Tintoretto, come si evince da altri due ritratti accostabili a quelli asolani, ovvero il Ritratto del procuratore Agostino Nani del Museo di Budapest e il Ritratto di gentildonna con fiori fra i capelli del Museo di Wiesbaden.